venerdì 14 novembre 2008

Dio sceglie Mosè per liberare Israele

(L'Antico Testamento apocrifo è un esercizio di riscrittura di alcuni dei capitoli del testo biblico. Per chi fosse interessato, si suggerisce la lettura parallela e il confronto con le scritture originali.)

Esodo, 2 - 23 : 25

Il Signore, che tutto osserva e tutto giudica, aveva seguito con particolare sorpresa e interesse le recenti avventure di Mosè: era rimasto sbalordito Egli stesso dall'improvviso e brutale omicidio dell'egiziano. Intuì che era proprio Mosè l'uomo che da tempo stava cercando, degno erede dei suoi illustri predecessori Adamo, Abele, Noè, Giacobbe.
Dio capì infatti che Mosè avrebbe sacrificato a sua perenne gloria ben altro che primogeniti, e per motivi molto più futili delle questioni di fede.
È su questa pietra angolare che il Signore decise di costruire il suo eterno e infinito edificio.

L'eccezionalità dell'avvenimento, la singolarità del carattere, la futilità del sacrificio fecero maturare nel Signore una decisione immediata e definitiva: sarebbe stato proprio Mosè a guidare il Suo popolo fuori dall'Egitto. Mosè, il prescelto, sarebbe diventato l'interlocutore privilegiato di Dio, il solo a cui il Signore si sarebbe degnato di rivolgere la parola. E lo stesso Mosè – sublime incarnazione umana dell'immagine di Dio - avrebbe ricevuto dalle sue mani le Tavole della Legge.

Nessun commento: