venerdì 14 novembre 2008

Mosè adulto é costretto a fuggire

(L'Antico Testamento apocrifo è un esercizio di riscrittura di alcuni dei capitoli del testo biblico. Per chi fosse interessato, si suggerisce la lettura parallela e il confronto con le scritture originali.)

Esodo, 2 : 11 - 15

Quando Mosè fu adulto, una volta andò a vedere i suoi fratelli ebrei sul luogo dei lavori forzati. Per non farsi notare dagli aguzzini egiziani che sovrintendevano alla costruzione e coordinavano il lavoro degli schiavi ebrei, Mosè decise di nascondersi dietro un albero, e stette per diverso tempo a osservare l'edificazione delle mura di fortificazione di una città.

Fu dopo qualche ora di attesa che Mosè vide con i propri occhi, poco distante dal proprio nascondiglio, un egiziano che picchiava un ebreo, uno dei suoi fratelli!

Mosè non attese un istante e reagì immediatamente: corse dall'albero in direzione dell'egiziano, si guardò intorno, e visto che non c'era nessuno, prese una grossa pietra e sorprendendolo alle spalle fracassò la testa dell'uomo. L'egiziano cadde subito a terra, privo di sensi. Per essere certo che fosse morto, Mosè prese un bastone che era stato abbandonato poco lontano e lo colpì ripetutamente, con furia cieca, su tutto il corpo. L'egiziano sussultò per qualche secondo sotto le bastonate dell'ebreo, poi spirò. Quindi Mosè seppellì il suo corpo nella sabbia.

Il giorno dopo uscì di nuovo e vide due ebrei che litigavano. Allora disse a quello che aveva torto: 'Perché maltratti il tuo compagno?'. Quello gli rispose: 'Chi ti ha nominato capo e giudice sopra di noi? Vuoi forse uccidermi come hai ucciso quell'egiziano?'. Allora Mosè ebbe paura perchè il fatto era ormai diventato noto. Anche il faraone ne venne a conoscenza e cercava Mosè per farlo morire. Mosè allora fuggì lontano e andò ad abitare nella regione di Madian.

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