venerdì 16 gennaio 2009

A proposito del Protocollo M.

Lettera aperta del sindaco del Comune di F. alle concittadine.

Nonostante il comma 21 della legge n° 32458 del 31/10/2004 vieti esplicitamente “la diffusione tra la popolazione di qualsiasi tipo di informazioni riguardanti il protocollo M”, mi trovo obbligata - considerato il mio ruolo istituzionale di rappresentante della comunità locale - a trasgredire la rigida normativa sopracitata.
Come forse solo le più anziane di voi possono ricordare, il Protocollo M indica il Programma di identificazione, isolamento ed eliminazione della specie Maschio, dove con Maschio si intende un organismo sottosviluppato di (presunta) origine umana che si distingue dal nostro – oltre che per il diametro sensibilmente inferiore della circonferenza cranica, le minute dimensioni corporee e qualche residuo di peluria sul labbro superiore, sulle gambe e all’interno delle cavità nasali – per la presenza di un minuscolo organo riproduttore posto tra gli arti inferiori.
Quest’organo – visibile solo grazie all’ausilio di un’apposita apparecchiatura tecnologica la cui scoperta è dovuta all’insaziabile sete di conoscenza e all’abnegazione della dott.ssa P. e di tutto il centro di ricerche da lei rappresentato – produce, se eccitato, una sostanza gelatinosa, semitrasparente e salata, denominata sperma, che ancora oggi è l’unica in grado di garantire la nostra riproduzione. La sostanza – oggi chiamata comunemente gel riproduttivo - viene da decenni commercializzata nelle farmacie convenzionate in tre fasce disitinte (Elite, Ceto Medio e Massa Generica) e venduta solo dietro presentazione di un valido documento di identità che attesti l’appartenenza a una delle tre classi, assieme a un bugiardino che ne illustra le proprietà, le modalità di impiego e le controindicazioni.
La raccolta, la selezione e lo stoccaggio dello sperma – una delle fasi più delicate del Protocollo M – ha permesso, nel corso dei decenni precedenti, di allocare in appositi magazzini refrigerati quantità tali da garantire – a livello teorico - la riproduzione di noi donne per almeno 615-630 anni. Nel frattempo, la genetica e la bioetica si sarebbero dovute occupare dell’individuazione di un sostanza artificiale, poco costosa e a basso impatto ambientale che sostituisse il gel riproduttivo.
L’incremento incontrollabile della richiesta di sperma nel corso degli ultimi anni – dovuto all’aumento esponenziale della qualità della vita, del prodotto interno lordo, della quantità di denaro pro capite, del livello di scolarizzazione: tutti risultati dell’applicazione su scala planetaria del Protocollo M. – sta però creando una situazione allarmante. Le scorte di sostanza riproduttiva sono ormai vicine all’esaurimento. Poche coppie di donne della classe Elite e Ceto Medio riescono ormai a trovare sperma delle rispettive classi, e si trovano costrette a riparare sullo sperma di qualità inferiore riservato alla Massa Generica. I risultati di questi indebiti incroci tra classi e qualità di sperma sono stati la nascita di diverse bambine che a stento superavano i rigorosi standard qualitativi stabiliti per le rispettive classi dall’UNESCO, tanto che nei casi più gravi le nostre autorità sono state invitate a ricorrere all’immediata eliminazione della neonata.
E se queste informazioni non rappresentano nulla di nuovo, pochi conoscono i dati sulla fase 3 del protocollo M., quella dell’eliminazione. I numeri forniti dai Governi attestano come l’eliminazione abbia toccato il 99,3% dei Maschi presenti sulla superficie planetaria. Ma sul restante 0,7% sembra non esistere alcun tipo di dato o informazione.
È su questo vuoto di informazioni che hanno lavorato, negli ultimi anni, numerosi centri di ricerca di tutto il mondo. Sapere qualcosa su quello 0,7% avrebbe forse permesso di trovare una soluzione alla progressiva riduzione delle scorte di sperma.
I risultati delle ricerche - coperti sì dal livello 1 di segretezza ma trapelati in alcuni ambienti – denunciano, sorprendentemente, una situazione drammatica.
Un recente studio condotto dell’università della città di N., per esempio, ha fatto emergere un’incredibile quantità di immagini, registrazioni e testimonianze di presenze maschili all’interno della relativa area metropolitana. Alcune videoregistrazioni effettuate da microtelecamere posizionate agli incroci delle strade mostrano figure maschili nella classica posizione da sonno. Altre li ritraggono in tipici comportamenti devianti, come il pensare a bocca aperta o l’introduzione delle dita delle mani in ogni cavità offerta dal loro volto.
Un’altra fonte di informazioni è costituita dai filmini amatoriali girati all’interno delle abitazioni private. Il resoconto video di un party organizzato nella città di B. documenta la presenza di ben tra figure maschili all’interno dello stesso appartamento: la prima viene sfuggevolmente inquadrata mentre guarda la televisione; una seconda vomita nel bagno di servizio; del terzo maschio si coglie solo l’immagine riflessa in uno specchio, intento a osservarsi da vicino.
Ciò che desta maggiori preoccupazioni all’interno della nostra comunità è che la stessa Facoltà di Sociologia della nostra città ha fornito a me due settimane fa prove evidenti della presenza, all’interno dei confini del nostro territorio, di almeno tre-quattro individui maschi. Ad aggravare la circostanza concorrono le testimonianze di due concittadine che raccontano di essersi scontrate per strada contro quelle che sembravano due figure maschili che correvano guardandosi continuamente le spalle. Le due donne, immediatamente ricoverate d’urgenza nel reparto intensivo, hanno dimostrato segni di inedia, apatia, calo del desiderio e una notevole diminuzione del quoziente intellettivo, oltre a tutta una serie di conseguenza di minore importanza quali improvvisi gesti di arroganza, crisi di astinenza da droghe pesanti e tendenza ad esprimersi in modo monosillabico.
Senza voler creare nessun inutile allarmismo, questa lettera aperta vuole rompere il guscio di omertà sull’argomento e mettere tutta la comunità di fronte ai rischi che ognuna di noi, ogni giorno e nelle circostanza più comuni, può correre passeggiando tranquillamente per la strada.
D’intesa con la stessa facoltà di sociologia, la provincia e il comune di B. hanno redatto un sintetico vademecum che spiega come identificare la specie Maschio e in che modo difendersi da eventuali contatti e/o aggressioni.
Il vademecum sarà disponibile da lunedì prossimo c.m. e verrà distribuito alle fascie Elite e Ceto Medio in uffici, scuole, università, centri commerciali, palestre, centri di bellezza, aeroporti, al costo di 5 € a copia.
Riassumendo per sommi capi gli argomenti principali trattati nel vademecum, si ricorda che il genere Maschio, nella parabola conclusiva del suo breve processo evolutivo, ha assunto via via sempre più caratteristiche femminili, tanto che gli ultimi maschi si potevano definire – dal punto di vista esteriore - vere e proprie donne. Ciò che però la subspecie Maschio non è riuscita a modificare è lo stile di vita e gli inveterati abiti comportamentali. Perciò, se vi state chiedendo se quella di fronte a voi sia davvero una donna o se quel pelo superfluo sul labbro superiore non nasconda un minuscolo organo riproduttore tra le gambe, ponete il soggetto in questione davanti a una qualsiasi scelta: se non prende una decisione entro 5 secondi l’avrete smascherato. Altri sistemi dimostratisi efficaci per l’identificazione sono l’incapacità del maschio a seguire il Programma Quotidiano di Organizzazione del Tempo per la Classe Elite di secondo livello, l’intensivo. Mentre una donna Elite può tollerare un programma intensivo di 90-100 giorni prima di entrare nella fase di decompressione (fase che viene gestita con l’aiuto dello psicologo, attività sportiva indoor e trattamenti estetici), un Maschio crolla, mediamente, tra il ventesimo e il ventiduesimo minuto.
Altra caratteristica del Maschio è il consumo sregolato di sostanze stupefacenti, siano esse leggere o pesanti. Per questo motivo si è deciso di evitare il consumo della dosi di droghe e farmaci mensili pro capite stabilita per legge nei locali pubblici, restringendo l’assunzione alle sole aree private. Per una semplice dose di cocaina un Maschio è pronto a uccidere.
L’ultimo avvertimento riguarda la cura della propria igiene personale. Il Maschio è istintivamente attratto dall’odore prodotto dai nostri organi sessuali. Si raccomanda quindi alle classi Elite e Ceto Medio l’utilizzo di prodotti specifici, disponibili d’ora in avanti anche nel circuito della grande distribuzione.
Per qualsiasi informazione, segnalazione o approfondimento è possibile chiamare il numero verde 800404080 al costo di 1 € al minuto da telefoni fissi e mobili delle classi Elite e Ceto Medio.


Il sindaco di F.




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