lunedì 9 marzo 2009

Decimo: morte dei primogeniti

(L'Antico Testamento apocrifo è un esercizio di riscrittura di alcuni dei capitoli del testo biblico. Per chi fosse interessato, si suggerisce la lettura parallela e il confronto con le scritture originali.)

Esodo 12, 21 : 33

Per liberare il popolo d'Israele dalla schiavitù d'Egitto il Signore operò fatti straordinari. Primo: mutare tutta l'acqua d'Egitto in sangue; secondo: ricoprire ogni centimetro quadro della terra d'Egitto di rane; terzo: trasformare ogni granello di polvere egizia in zanzare; quarto: infestare l'Egitto di mosconi; quinto: far morire indistintamente tutti i capi di bestiame d'Egitto: cavalli, asini, cammelli, pecore e buoi; sesto: provocare ulcere con ascessi tanto alle bestie che a tutti gli abitanti d'Egitto; settimo: colpire l'Egitto con una grandinata di inaudita violenza, tale da ricoprire terra, bestie e uomini; ottavo: invadere l'Egitto con tante cavallette da oscurare il cielo e divorare, fino a far scomparire, ogni traccia di verde; nono: far calar per tre giorni sull'intero Egitto tenebre fittissime.

Ma mentre si cimentava in tali opere straordinarie, allo stesso tempo Egli si adoperava straordinariamente a rendere ostinato - contro la volontà del faraone stesso e quella di un intero popolo – il cuore del capo supremo dell'Egitto, che con stupore di tutti non si piegava né al volere e alla potenza di Dio nè alle minacce di Mosè, e non lasciava partire gli Israeliti.

Chiese dunque Mosè a Dio: ‘Quanto durerà, Signore, l'ostinazione del faraone? Egli non teme le tue mirabili opere, non cede di fronte alla tua forza, non arretra di fronte ai tuoi terribili attacchi. Il popolo è disperato, gli Egiziani continuano a inasprire le violenze e gli Israeliti iniziano a dubitare della tua forza’.
Rispose Dio: ‘Presto, mio debole popolo affamato di libertà, avrete pane per i vostri denti; misurerete senza fallo tutta la mia potenza, e finalmente chinerete eternamente il capo al mio cospetto. Credete davvero, stupidi esseri, che il faraone possegga davvero, di sua propria natura, tale sicumera e arroganza da opporsi ai fatti straordinari da me operati? Sono io, Dio, che rispondo a voi per bocca del faraone! Sono io a lasciarvi ancora in Egitto! Il faraone, pusillanime quanto ogni altro essere umano, vi avrebbe fatto fuggire fin dal primo istante. Sono io a negarvi la gioia della libertà! E questo perché voi, popolo scelto, possiate vedere tutto ciò con i vostri occhi, e comprendiate fino in fondo la mia terribile e infinita grandezza'.
Disse Mosè: 'Signore, risparmiaci tutte queste atrocità, risparmia il popolo egizio, e noi saremo eternamente tuoi schiavi!’.
Replicò Dio: ‘Taci, uomo. Non siete voi che avete scelto me, ma io che ho scelto voi. Nulla vi sarà risparmiato. Perché ciò che vi persuade e vi tranquillizza, ciò che mette ordine e dà un senso alle vostre vite, non sono certo la pietà, il perdono o la compassione, ma il terrore e il timore; non la parola, ma il sangue, non le idee, ma le azioni. Sarà dunque il terrore stesso a persuadere tutti, definitivamente. Ma è giunta appunto l'ora di ammorbidire il cuore del faraone'.

Il Signore convocò quindi tutto il popolo d'Israele e disse loro: 'Andate a procurarvi un agnello o un capretto per la vostra famiglia e sgozzatelo a mia eterna gloria. Prendete quindi un mazzetto di issopo, intingetelo nel sangue raccolto nel catino e con questo fate un segno sugli stipiti delle porte. Nessuno provi a uscire di casa fino al mattino seguente! Io, il Signore, passerò a castigare l'Egitto e vedrò il sangue sugli stipiti: allora io passerò davanti alla vostra porta e non permetterò all'angelo sterminatore di entrare nella vostra casa per colpire'.

A mezzanotte, l'angelo sterminatore iniziò a colpire ogni primogenito degli egiziani, dal primogenito del faraone a capo dell'Egitto, al primogenito del prigioniero rinchiuso nel carcere sotterraneo e tutti i primogeniti del bestiame. Dio passava casa per casa, porta per porta, stalla per stalla, e dove la porta non era segnata col sangue di un agnello innocente, Dio mandava l'angelo sterminatore a procurarselo dal primogenito di famiglia.

L'angelo sterminatore agì con fermezza, precisione e meticolosità. A seconda delle circostanze, spingeva con delicatezza la sua spada fiammeggiante nel petto di un neonato, o tagliava con un colpo fulmineo e netto la testa di un uomo, o ancora fracassava il cranio di un vitello con un singolo colpo ben assestato con il manico della sua terribile arma. Era stato Dio stesso a esigere uno sterminio con infinite variazioni sul tema, affinché il suo popolo comprendesse l'incommensurabilità della sua forza.

Non fu facile per l'angelo sterminatore portare a termine il compito conferitogli da Dio: diversi uomini e animali, allarmati dalle orribili urla di dolore che man mano si diffondevano nel paese, si nascosero nelle tenebre: chi nell'angolo remoto e buio di una stalla, chi in una grotta, chi in un pozzo, chi in cima a un albero. Pazientemente l'angelo sterminatore inseguì anche l'ultimo primogenito della terra di Egitto, un giovane che si illudeva di essersi nascosto all'occhio onnivedente di Dio. L'angelo, dopo averlo privato di braccia e gambe, lasciò il giovane mutilato dimenare il povero tronco e urlare dal dolore per qualche tempo, quindi gli strappò gli occhi e lo finì infilandogli la spada nella gola.

Lo sterminio dei primogeniti era terminato. L'intero Egitto, dopo ore di grida lancinanti nella notte, era ora ammutolito dall'orrore. Fu allora che il faraone convocò Mosè e Aronne e disse loro: 'Allontanatevi dal mio popolo, voi due e tutti gli Israeliti! Andate a servire il Signore come avete detto!'.

Gli Israeliti presero i recipienti con la pasta non ancora lievitata, li avvolsero nei mantelli e se li caricarono sulle spalle. Era finalmente giunto il momento di lasciare l'Egitto, ma prima di abbandonare quella terra inospitale Mosè voleva ringraziare il Dio protettore del suo popolo con un gesto che seppur non paragonabile alle sue opere straordinarie, sarebbe stato a loro immagine e somiglianza. Dopo che Dio e l'angelo avevano sterminato i primogeniti d'Egitto, infatti, Mosè ordinò agli Israeliti di farsi consegnare tutti gli oggetti d'oro e d'argento, e anche tutti i vestiti: di vecchi, donne, uomini, bambini, guerrieri, sacerdoti, faraone.

L'ordine impartito da Mosè incontrò il favore del Signore, il quale fece in modo che gli Egiziani fossero ben disposti verso il suo popolo. Essi acconsentirono di buon grado alle loro richieste, e così gli Israeliti portarono via tutto agli Egiziani.