martedì 17 febbraio 2009

Corruzione generale

(L'Antico Testamento apocrifo è un esercizio di riscrittura di alcuni dei capitoli del testo biblico. Per chi fosse interessato, si suggerisce la lettura parallela e il confronto con le scritture originali.)

Genesi, 6 : 1 - 8

Gli uomini cominciarono a moltiplicarsi sulla terra. Nacquero loro delle figlie. I figli di Dio videro che le figlie degli uomini erano belle e si scelsero quelle che vollero.
Allora il Signore disse: 'Non lascerò che il mio alito vitale rimanga per sempre nell'uomo perché egli è fragile. La sua vita avrà un limite: 120 anni'.
Eppure, nonostante gli ammonimenti, nonostante la condanna e la punizione, nonostante la cacciata dal paradiso, nonostante il recente limite imposto alla durata della sua esistenza, l'essere umano era sempre più malvagio, e il suo pensiero era costantemente, invariabilmente, inesorabilmente rivolto al male. Sebbene il Signore fosse senza dubbio rimasto sorpreso dagli enormi progressi tecnici, dall'inventiva e dalla creatività, dalla capacità di adattamento e dall'istinto di sopravvivenza dimostrati dalle sue creature, vedeva con altrettanta chiarezza e lungimiranza che nulla era migliorato nell'ambito dell'etica, della morale, della condotta di vita.
Dio sapeva inoltre che ciò a cui avrebbe assistito in futuro sarebbe stato semplicemente un progresso delle tecniche, degli strumenti, dei mezzi, delle conoscenze, non certo dell'uomo in se stesso. Insomma il Creatore comprese che l'uomo, col trascorrere dei secoli, avrebbe sì costruito torri sempre più alte, mezzi di trasporto sempre più potenti e veloci, avrebbe utilizzato strumento sempre più precisi, avrebbe fatto calcoli sempre più complessi, ma a fronte di ciò non sarebbe diventato migliore, o, per essere ancora più chiari, più buono. L'egoismo, la violenza, il sopruso, lo stupro, la sopraffazione, l'arroganza, la maldicenza, l'invidia, la malvagità, si sarebbero accresciute e intensificate alla pari del cosiddetto e supposto progresso scientifico e tecnologico. D'altra parte l'altruismo, l'amore, la solidarietà, la comprensione, la pazienza, la gratitudine, la gentilezza, avrebbero impersonato, in questa immane tragedia, solo ruoli di secondo piano, ininfluenti a livello della narrazione.

Fu dopo questa serie di amare e lucide riflessioni che il Signore, l'Altissimo, l'Onnipotente, si pentì in tutta coscienza di aver fatto l'uomo. E fu a tal punto disperato e addolorato che disse: 'Sterminerò dalla terra quest'uomo da me creato, e insieme con lui anche il bestiame, i rettili e gli uccelli del cielo'.

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