mercoledì 9 maggio 2007

Contro i Diritti Universali dell'Uomo, 3

Voilà. Allora, che ne dite? Qual è la vostra reazione alla lettura? Che impressone avete? Vi viene voglia di stringere tutto il mondo in una abbraccio fraterno? State versando lacrime di commozione cullandovi nell’ideale di un’umanità modellata a immagine e somiglianza di questi trenta articoli?

Personalmente rinuncio alle lacrime di gioia e ai facili entusiasmi. In realtà dovrebbe formarsi un movimento planetario contro il presupposto stesso del documento, ossia che il mondo da esso descritto esista, sia specchio del mondo reale. In realtà non esiste descrizione più aberrante e nociva di quella contenuta in quei trenta articoletti. È indispensabile comprendere che il mondo descritto dal documento non esiste, non c’è, è un dannatissimo modello, nulla più che un ideale, dunque qualcosa di inservibile, inapplicabile, inarrivabile.
Tutto ciò vi sembra onesto? Non vi sentite presi in giro?
Io non riesco proprio a soffrire, a lamentarmi o disperarmi del fatto che in ogni parte del mondo i diritti umani vengano costantemente negati; e nemmeno mi viene in mente di scendere in piazza per gridare a favore dei diritti e contro la realtà; al contrario, mi infurio contro chi propone questa interpretazione aberrante e falsa dell’esistenza. Non me la prendo con ciò che osservo quotidianamente, ma con ciò che qualcuno vorrebbe che io vedessi.

E poi, perché affermare universalmente, per esempio, il diritto all’istruzione? E se una collettività avesse invece stabilito che l’educazione è nociva? Che cosa se ne fa una persona del diritto alle ferie se non sa nemmeno cosa sono, se la sua esistenza non è basata sulla polarità lavoro-vacanza? La dichiarazione dei diritti è arrogante perché pretende di imporre un modello di vita anche a chi ne è completamente estraneo: un mondo fatto di assurdità quali il diritto di associazione, il diritto alla sicurezza, alla libertà di movimento, al lavoro e a un’equa retribuzione… ma vi rendete conto della portata di queste fandonie, della loro dannosità? E poi, sarebbe già un buon risultato se questi supposti diritti valessero quantomeno nel cosiddetto primo mondo, se qui trovassero applicazione… ma vi sembra forse che in Italia godiamo di questi diritti? Siamo liberi di scegliere il nostro lavoro? Abbiamo lavori equamente retribuiti? Godiamo forse del diritto di essere ritenuti innocenti fino a quando la nostra colpevolezza non sia provata? Potrei continuare così per tutti e trenta gli articoli. Tutto ciò è ridicolo. E cosa dovremmo fare, allora? Scrivere ogni santo giorno al tribunale dei diritti dell’uomo denunciando come i nostri preziosi e presunti diritti vengano quotidianamente calpestati? Non faremmo altro che intasare la giustizia universale con proteste e lagnanze del tutto superflue, visto che la nostra esistenza non aderirà mai e in alcun modo al modello che ce ne viene offerto.

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