mercoledì 30 maggio 2007

Nulla di rilevante da osservare - 3

Si potrebbe spingere la riflessione ancora più in là, per far emergere quanto radicalmente la televisione determini e condizioni il rapporto tra noi e la realtà.
Nella società contemporanea un qualsiasi fatto, di per sé, non sembra essere un’entità fisica quantificabile. Non è un qualcosa di concreto che accade qui e ora. Sembra piuttosto assomigliare a un’onda di probabilità, un qualcosa che sì, potrebbe esistere, ha molte probabilità di esistere soprattutto se si verificano una serie di condizioni, ma rimane potenza, e non atto. Ora, sembra che solo quando la televisione decide di osservare il fatto questo inizi davvero ad esistere. Per dirla nei termini della meccanica quantistica, la televisione fa sì che il fatto, da onda di probabilità o sovradeterminazione di stati, collassi nel fatto vero e proprio. E allo stesso modo della meccanica quantistica, dove si è verificato sperimentalmente che l’osservazione modifica le caratteristiche della particella osservata perturbandone lo stato, lo sguardo televisivo perturba il fatto, l’evento, con il risultato che ciò che noi vediamo non è l’evento in sé, ma una sua descrizione, frutto dell’interazione tra il fatto appartenente al mondo reale, gli strumenti utilizzati per osservarlo e l’osservatore stesso.

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