mercoledì 11 aprile 2007

La memoria esterna - 2

Pensateci bene: non è forse vero che quando si parla di memoria, la prima cosa che viene mente è qualche dispositivo elettronico, piuttosto che la facoltà propria degli esseri umani di ricordare?

Tuttalpiù, le sole immagini che ancora conserviamo di sforzo umano legato al ricordare sono quelle di un bambino che è costretto ad imparare parola per parola una poesia, per poi recitarla balbettando di fronte alla classe o alla famiglia riunita. Oppure, la memoria ha un che di vecchio e nostalgico, sa di anziano che ricorda quanto si stava meglio quando si stava peggio. Ecco, l’immagine che abbiamo della memoria oscilla tra questi due poli: una costrizione di cui non si comprende il senso, e il rimpianto di ciò che non può più essere.

Insomma, per la memoria non è un gran risultato. Roba da vecchi e bambini, dunque fuori luogo e inadeguata per un essere evoluto, maturo e adulto. E poi, francamente: Perché ostinarsi in un compito ottuso, perché sforzarsi di ricordare se c’è qualcosa che lo può fare più e meglio di noi?

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